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Lestate del mondo

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                                                      In debito con Gabriele

 

Tutte le parole dette e ascoltate 

scivolano nella quieta discesa 

che porta al mare, alla spiaggia dove 

passeggiare leggeri come fanno 

di sera i turisti sul lungomare,

dove sopra un telo giallo riposa 

il bambino delle estati passate.

Con lui condivido le memorie 

del presente, l’orizzonte identico, 

immutato.

 

Lui non chiede quanti giorni manchino 

al termine delle vacanze, a differenza nostra 

che li contiamo a ritroso, sorso a sorso 

fino al fondo del bicchiere, alzando il braccio 

in segno di saluto all’indirizzo 

dell’unica nuvola bianca presente.

 

La risacca ci bagna i piedi, la sfuggiamo ridendo

lui e io. Condividiamo il medesimo nome, 

la stessa avversione per i fuochi di Ferragosto.

A pelo d'acqua galleggia un uomo 

con le braccia incrociate sul petto

storniamo entrambi lo sguardo verso 

la collina in controluce, verso

un’illusione di durata, di presenza immutata.

Fin quando nulla avremo più alle spalle.

Non resta che definire che nome dare 

a questa nostalgia 

del presente.

 

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